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03.02.2012
Donne e trasporti: una convivenza sempre più “pesante” - Meridiana Fly: no alla taglia 42; si ad una migliore qualità del lavoro
Comunicato

Il Coordinamento donne nazionale Fit Cisl stigmatizza l'infelice richiesta della dirigenza Meridiana alle assistenti di volo, di mantenere un regime dietetico capace di far apparire le lavoratrici come delle maniquinnes.

E' necessario richiamare l'attenzione sui veri problemi che affliggono attualmente il mondo del trasporto aereo.

In seguito alla disposizione della responsabile dei servizi di bordo della compagnia, Cristina Ceolin, in merito all'adozione dell'uniforme Air Italy per il personale navigante Meridiana Fly e all'invito al controllo del peso, le assistenti di volo sono insorte scrivendo una lettera al principe Karim Aga Khan, che controlla la compagnia, e al presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci.

La vicenda nasce in seguito alle infelici dichiarazioni della manager e ex modella "Care, non dovete ingrassare, e anzi se è possibile dovete dimagrire".

Alle reazioni delle lavoratrici è seguita l'immediata smentita dell'amministratore delegato, Giovanni Gentile, che ha dichiarato "Tutto è frutto di futili strumentalizzazioni dirette a provocare un polverone per nulla". Si è trattato di un equivoco a quanto pare, " nessuno ha mai pensato di far indossare le divise di Air Italy alle lavoratrici di Meridiana. Sceglieremo un accessorio comune per evidenziare la nuova appartenenza" ha continuato l'AD.

E per quanto riguarda la taglia? Attendiamo ulteriori smentite, fermo restando che la vicenda ci sollecita alcune considerazioni di ben più ampia levatura che coinvolgono le lavoratrici dei trasporti in generale e del trasporto aereo in particolare.

Anche se di "equivoco" si tratta (lo speriamo vivamente), non è la prima volta che azioni e dichiarazioni del genere si convertono in forme di discriminazione più o meno celate, evidenziando un vecchio stereotipo culturale che ancora caratterizza le italiche menti.

Ben altri sono i problemi che affliggono le compagnie aeree di cui le lavoratrici e i lavoratori pagano lo scotto maggiore: occupazione, precarietà, discriminazioni economiche e di carriera. Per non parlare della totale mancanza del rispetto della normativa vigente sulla maternità, congedi parentali, esenzione dal notturno e assoluta indifferenza ai temi legati alla conciliazione lavoro famiglia, di cui tanto si parla in questi giorni anche a livelli governativi.

Il Coordinamento donne nazionale Fit Cisl auspica un cambio di rotta che permetta alle lavoratrici e ai lavoratori un atterraggio in terre più sicure, civili, favorevoli e consone ad un paese industrializzato, anche se martoriato come il nostro.